Lo scorso febbraio 2025 la Commissione Europea ha presentato il pacchetto Omnibus con lo scopo di avviare una revisione semplificativa degli standard ESRS, rinviando l’entrata in vigore di alcuni obblighi normativi.
Ad aprile 2025 il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’Unione hanno approvato lo slittamento di due anni dell’obbligo di rendicontazione delle grandi imprese con la direttiva Stop the clock.
Anche l’avvio della CSDDD sul dovere di diligenza ai fini della sostenibilità è stato posticipato di un anno, portandolo al 26 luglio 2028.
Il mercato economico internazionale e gli enti regolatori danno segnali contrastanti sulle azioni da intraprendere in ambito di sostenibilità.
In questo nuovo scenario le PMI sono di fronte ad un bivio:
- iniziare o proseguire il percorso intrapreso di adozione di azioni sostenibili;
- rallentare o interrompere le azioni finora intraprese sul tema della sostenibilità, dato che gli obblighi vengono meno oppure si allontanano.
Per chi scrive la direttrice che le PMI dovrebbero scegliere è la prima, poiché integrare la sostenibilità nel proprio business significa adottare una leva strategica di miglioramento aziendale, acquisire una fonte di vantaggio competitivo; nonché avere un approccio proattivo al cambiamento che il tempo attuale ci mette di fronte, approccio che prevede la creazione di valore condiviso nel lungo termine per tutti gli stakeholder coinvolti nell’attività aziendale.
La PMI che avvia un percorso di sostenibilità e la incorpora nel suo business ha uno strumento chiave per rispondere alle crescenti richieste delle banche e degli stakeholder: la VSME.
A cura di Maura Chiara Cian