L’attualità che stiamo vivendo è caratterizzata da uno stato di permacrisi, l’avvicendarsi di fenomeni quali la pandemia del 2020, le tensioni geopolitiche internazionali, l’inflazione che ha avuto una repentina infiammata e che fatica a rientrare a livelli fisiologici, sono tutti eventi di per sé eccezionali ma il loro susseguirsi e sovrapporsi anche senza interruzione di continuità determina uno scenario socioeconomico nuovo, nel quale le imprese devono imparare a convivere e reagire.
Il Legislatore ha emanato il Codice della Crisi d’Impresa (CCI) con un forte indirizzo preventivo alla crisi d’impresa, inserendo obblighi organizzativi che hanno lo scopo di consolidare la continuità aziendale e prevenire la crisi ma anche consentendo a chi entra in stato di squilibrio percorsi virtuosi di recupero, quali la composizione negoziata e per chi ha i requisiti l’esdebitazione.
Una delle condizioni necessarie affinché possano essere introdotte misure di prevenzione è l’individuazione delle situazioni di crisi a cui l’impresa risulta essere maggiormente esposta e quindi l’individuazione delle crisi potenziali.
Matrice delle crisi

Da questa analisi di vulnerabilità si classificano le minacce in base alla loro probabilità ed al loro grado di impatto nell’equilibrio aziendale, per poi focalizzare l’attenzione su quelle ad alto impatto.
Quando la probabilità è alta ed anche il grado di impatto è alto è necessario agire immediatamente con misure efficaci per il breve termine.
Quando, invece, la probabilità è bassa ma l’impatto è alto è opportuno predisporre sistemi di prevenzione specifica, sistemi di pre-allarme e piani di emergenza.
Le aree di non intervento rappresentano situazioni trascurabili in un’ottica di prevenzione, poiché al loro verificarsi non determinano squilibri gravi nell’azienda.
Volendo fare un esempio di minaccia ad alto impatto e bassa probabilità nel breve periodo si può analizzare la progressiva saturazione del mercato.
Quando un’azienda si trova ad operare in un business maturo, se rimane inerte, inizia la fase del declino del suo ciclo economico fino ad arrivare alla crisi aziendale nelle situazioni estreme.
Un’azienda, invece, proattiva e sensibile alla prevenzione potrà adottare le seguenti misure:
Prevenzione in senso stretto | – Scelte di diversificazione per ridurre il grado dipendenza
– Spinta differenziazione di prodotto o servizio per stabilizzare la quota di mercato |
Sistema di pre-allarme | – Monitoraggio sistematico delle tendenze del mercato e dei livelli concorrenziali |
Piani di emergenza | – Piani con strategie di mungitura o disinvestimento
– Piani con strategie di nicchia o di focalizzazione per la difesa del vantaggio competitivo |
A cura di Maura Chiara Cian
Fonte: “Dalla Fisiologia alla crisi d’impresa” – R. Moliterni